PESI LIBERI o MACCHINE?

pesi liberi macchine?

PRO e CONTRO tra MACCHINE e PESI LIBERI

In palestra spesso nasce il dibattito se siano migliori gli allenamenti con le macchine o i pesi liberi. Le risposte possono essere molto diverse tra loro, perché bisogna contestualizzarle rispetto a cosa si vuole ottenere.

Come mai sono apparse le macchine in palestra e perché stanno creando così tanti dubbi se siano migliori dei pesi liberi?

La vita sedentaria ha creato il bisogno di andare in palestra

Molti anni fa le palestre erano luoghi esclusivamente per i sollevatori e i culturisti. Le prime macchine sono nate da imprenditori che intuirono il potenziale dei benefici dati dal sollevamento pesi.

I fisici forti e muscolosi, costruiti con pesanti bilancieri e manubri, avrebbero ben presto invogliato milioni di sedentari con pochi muscoli a seguirne l’esempio.

Foto di Daligali da Pixabay

Direi che il motivo principale della nascita delle macchine fu commerciale per passare da pochi e piccoli scantinati con qualche appassionato ai centri fitness di oggi con milioni e milioni di utenti.

L’essere umano ha bisogno di varietà per mantenere alta la motivazione

Un altro fattore che ha favorito la nascita delle macchine è stato sicuramente il bisogno di varietà. L’essere umano tende ad annoiarsi a fare la stessa cosa ripetutamente. I pesi liberi consistono di pochi esercizi fondamentali mentre le macchine sono molte, ognuna diversa, con la possibilità di sentire la fatica isolando in modo specifico il muscolo che si vuole allenare.

Pesi liberi o macchine? come seguire i milioni di utenti del fitness?

Con la diffusione della sedentarietà e il bisogno di uno stile di vita più attivo, nel settore del fitness,  si è creato un mercato per milioni di persone in tutto il mondo.

Questo afflusso di gente ha generato il problema di come seguire chi entrava in sala pesi. L’utente che entra in palestra ha il desiderio di mettersi subito a sollevare pesi e sentire la fatica.

Le macchine hanno dato una grande mano agli imprenditori del fitness.

Ma questo è stato positivo?

Benefici e svantaggi dei pesi liberi:

PRO CONTRO
1) Muovere nello spazio dei pesi liberi, sviluppa una migliore forza funzionale perché i muscoli (grazie al sistema nervoso) imparano a lavorare in sinergia tra loro.
2) I muscoli stabilizzatori sono attivati intensamente.
3) Si migliora la propriocezione e la consapevolezza corporea.
4) Permettono di sollevare carichi pesanti e impegnativi per il sistema nervoso.
5) Si possono attivare molti muscoli. contemporaneamente e si diventa più forti
6) Innalzano grazie all’intensità interna percepita ormoni anabolici come GH e Testosterone.
7) La forza per un “Natural” è indispensabile per poter aumentare la propria massa muscolare
.
8) I pesi liberi creano meno problemi articolari perché il movimento si adatta in funzione del corpo e non è costretto a seguire una traiettoria obbligata che non tiene conto delle differenti leve articolari o asimetrie in ognuno di noi.
1) Serve avere e imparare la tecnica corretta per sollevare bilancieri e manubri.
2) Ci vuole personale tecnico preparato e paziente per seguire i clienti.
3) Gli istruttori sono pochi, gli utenti molti.
4) Mentre si impara la tecnica l’utente non percepisce la fatica o il pompaggio muscolare che vorrebbe.
5) Un adulto impiega più tempo a imparare nuovi schemi motori, soprattutto se è un soggetto sedentario da anni.
6) Serve flessibilità articolare per fare i movimenti correttamente.
7) Un adulto sedentario spesso ha muscoli retratti e poco flessibili.
8) Molti istruttori non utilizzano i fondamentali nei propri allenamenti.
9) C’è la credenza che i pesi liberi creino danni fisici (vero se non si usa una tecnica corretta).
10) Alcune palestre scoraggiano l’uso dei pesi liberi a causa di questa convinzione
.
Foto di Daligali da Pixabay

Pro e contro delle macchine:

PRO CONTRO
1) Isolano il lavoro direttamente nel muscolo target.
2) Si può creare una tensione continua nel muscolo.
3) Sono semplici da usare.
4) Si possono gestire molti più utenti grazie al minor tempo richiesto per spiegare la tecnica di esecuzione.
5) Si percepisce subito il lavoro muscolare con la sensazione di fatica e pompaggio.
6) Maggiore gratificazione per l’utente della palestra.
7) Minor stress sul sistema nervoso centrale
.
1) Obbligano la traiettoria del movimento.
2) Con il movimento vincolato non si rispettano eventuali asimmetrie articolari presenti in ciascuno di noi.
3) Non attivano efficacemente i muscoli stabilizzatori delle articolazioni coinvolte
.

Conclusioni:

Per mia esperienza, per un buon allenamento, ritengo importante avere l’esercizio principale svolto con un fondamentale a pesi liberi per stimolare forza, propriocezione e salute articolare.

1) ESERCIZIO per il CARICO NEURALE

Poche ripetizioni e un volume medio/elevato di serie per diventare più forti, grossi e stabili.

Per attivare il sistema nervoso utilizza carichi elevati e con pesi liberi per essere efficienti, per sollevare quanto più peso possibile, senza mai sacrificare la tecnica e non arrivando mai a cedimento.

Ti suggerisco la tecnica buffer.


2) ALLENAMENTO per il CARICO MECCANICO-METABOLICO

Alte ripetizioni (tra le 8 e le 20) o tecniche ad alta intensità con un volume medio/basso di serie per diventare più resistenti e stimolare maggiore ipertrofia.

Questa seconda parte dell’allenamento puoi scegliere degli esercizi che prevedono l’utilizzo dei pesi liberi o con le macchine (le considero un po’ come il contorno dell’allenamento), esercizi dove puoi arrivare a cedimento muscolare con un numero di ripetizioni medio-alto (tra le 8 e le 12/15) o delle tecniche ad alta intensità per stressare ancora di più metabolicamente i muscoli e per creare uno stimolo maggiore per l’ipertrofia.

Non vedo negativamente l’utilizzo delle macchine e anche il loro utilizzo può essere divertente ed efficace per variare l’allenamento; dopotutto l’allenamento è produttivo se anche la “testa” si diverte a farlo.

Conoscere i pro e i contro aumenta la nostra conoscenza per programmare i nostri allenamenti e renderli più produttivi e non perdere tempo.

L’importante è muovere il corpo, mantenerlo forte e sano.

Buon allenamento.

ATTEGGIAMENTO MENTALE

atteggiamento mentale

L’ atteggiamento mentale (mindset) fa parte del BIOHACKING

L’atteggiamento mentale è un insieme di strategie per sviluppare le potenzialità umane con l’obiettivo di longevità, salute, prestazioni fisiche eccellenti.

Quanto influisce sulla nostra vita? È così importante?

Secondo te ha più possibilità di farcela chi ha un dialogo interiore come: ” Ce la posso fare!” o “Non sono capace, sono un disastro!” ?

In questo articolo vediamo insieme cos’è l’atteggiamento mentale e quanto può aiutarci nel raggiungere un risultato.

La psicologia cognitiva ci aiuta a capire cos’è l’atteggiamento mentale.

La psicologa Carol Dweck, nel suo interessante libro: MINDSET. Cambiare forma mentis per raggiungere il successo, definisce l’atteggiamento mentale come l’insieme dei nostri pensieri e convinzioni/credenze. Il termine mindset deriva dalla psicologia cognitiva e pone l’attenzione su come le persone processano le informazioni.

atteggiamento mentale
Foto di John Hain da Pixabay

Abbiamo una capacità limitata di assorbire ed elaborare le informazioni. L’atteggiamento mentale aiuta a filtrare ciò che si sperimenta e come lo si interpreta. Questo significa che anche le nostre reazioni e azioni sono collegate con l’atteggiamento mentale.

Nell’atteggiamento mentale si ha una parte cognitiva (pensieri e convinzioni) e una parte d’azione/comportamentale.

Immagina un software che registra le nostre esperienze, emozioni, convinzioni e le nostre reazioni. Un programma depositato nella parte più profonda della nostra mente (il subconscio); questi “dati” permettono di rispondere in automatico a stimoli simili a quelli già vissuti.

Il subconscio serve essenzialmente a far risparmiare preziose energie cognitive e fisiche.

Oggi sempre più spesso si tratta l’argomento dell’atteggiamento mentale per influire strategicamente sulla gestione dei risultati/obiettivi.

UNA BUONA NOTIZIA SULL’ATTEGGIAMENTO MENTALE.

Dweck sostiene che l’atteggiamento mentale non è fisso ma può cambiare nel tempo come risultato di nuove osservazioni, convinzioni ed esperienze.

Per realizzare un risultato l’atteggiamento mentale non è tutto ma è molto importante per sviluppare e sostenere un approccio funzionale ed utile per l’obiettivo che si vuole raggiungere.

Pensare va bene ma serve l’azione per realizzare un obiettivo.

ATTEGGIAMENTO MENTALE PER LE SFIDE

L’atteggiamento mentale con tutti i suoi pensieri e credenze, determina la nostra capacità di affrontare le sfide della vita.

Le sfide sono tutte quelle esperienze che si trovano al di fuori della nostra zona di confort: quello che non sappiamo fare o che non abbiamo mai fatto.

Per crescere e realizzarsi è importante avere l’atteggiamento mentale corretto per lanciarsi e dire SÌ ai cambiamenti della VITA. Dire No è una prerogativa della mente, del subconscio, perché vuole rimanere nella sicurezza di ciò che già si conosce e che fa sopravvivere.

Quando si ascolta troppo la paura del cambiamento e si rimane a lungo nella zona di confort, arriveranno emozioni di noia e tristezza a farci capire che abbiamo bisogno di modificare qualcosa. Si avranno due possibilità:

  • Le distrazioni inutili
  • Rimboccarsi le maniche per cambiare e scoprire cosa vogliamo veramente.

Siamo esseri viventi programmati per crescere ed evolvere, questo ci differenzia dagli altri esseri viventi.

atteggiamento mentale
Foto di waldryano da Pixabay

ATTEGGIAMENTO MENTALE E CORAGGIO

Accettare con coraggio un cambiamento, porta ad affrontare qualcosa di nuovo che non si conosce, questo farà apprendere e fare proprie nuove risorse (crescita) o semplicemente si può scoprire che si poteva affrontare la paura senza timore perché le risorse c’erano già.

Superata la sfida e realizzato l’obiettivo desiderato otteniamo un successo e subentrerà in noi una sensazione di appagamento e soddisfazione.

ERRORI E FALLIMENTI: COME CREARE UN ATTEGGIAMENTO MENTALE DINAMICO.

Può accadere di non riuscire a superare una sfida con successo, in questo caso è importante inserire nel proprio atteggiamento mentale un significato positivo associato alle parole perdita, sconfitta, errore, fallimento

Nella maggior parte delle volte viviamo queste parole come qualcosa di terribile, generando giudizi negativi nei nostri confronti, diminuendo la mancanza di fiducia in sé stessi (bassa autostima) e consolidando la paura di uscire in futuro dalla propria zona di confort.

È utile modificare le proprie convinzioni collegate alla parola “sconfitta” perché ciò aiuta a modificare i comportamenti e le strategie necessarie per raggiungere ciò che si desidera.

Accettare la parola errore e sconfitta come elemento positivo per la propria crescita personale rinforza notevolmente l’autostima personale.

Gli errori vengono fatti sulle azioni (o procedure) svolte e non devono essere identificati con la propria identità.

Non sei tu che sbagli ma le azioni che hai scelto di fare.

Il Campione è colui che accetta e prende la sconfitta come parte del gioco. Si parla così di SCONFITTA VINCENTE.

Domande Guida per una visione più ampia sulla Sconfitta
Cosa ti ha ferito di più della sconfitta che hai vissuto?  
Quali lezioni o nuove strategie porta questa sconfitta?     
Quali credenze vincenti e positive puoi imparare da questa sconfitta?     
Quali abitudini ti ostacolano e ti impediscono di raggiungere l’obiettivo?     

MOTIVAZIONI DEBOLI E MOTIVAZIONI FORTI.

Nell’atteggiamento mentale per affrontare una sfida, troviamo motivazioni estrinseche (deboli) ed intrinseche (forti)

Le possiamo identificare facilmente soprattutto dall’utilizzo dei “devo” (estrinseche) o dai “voglio” (intrinseche).

Esempio di motivazione estrinseca:

  • La mia compagna si lamenta che sono grasso e vuole che dimagrisca.
  • Devo dimagrire altrimenti non mi ama più.

Esempio di motivazione intrinseca:

  • Mi peso e capisco che per la mia salute non va bene continuare così.
  • Voglio dimagrire perché mi amo e voglio essere responsabile della mia salute. Cerco strategie da applicare.

ATTEGGIAMENTO STATICO o DINAMICO?

Per ultimo ma non per importanza, nello studio dell’atteggiamento mentale si differenziano due tipologie diverse di pensieri:

ATTEGGIAMENTO STATICOATTEGGIAMENTO DINAMICO
di fronte ad un fallimento si tende
a chiedere : “perché a me?”
con il fallimento si vuole imparare per aumentare le proprie capacità e ci si chiede: “come?”
la sconfitta fa diminuire l’autostimaaccetta la sconfitta e cerca di imparare
trasforma lo sforzo in fatica e dovere inutile non vede il beneficio..prova piacere dallo sforzo perché consapevole che impara e migliora
non ascolta le critiche perché le interpreta come giudizi personaliascolta le critiche come preziosi feedback da cui può imparare
si sente minacciato dal successo degli altriaccoglie il successo degli altri come una lezione e ne trae ispirazione ed insegnamento

ATTEGGIAMENTO MENTALE: CONSAPEVOLEZZA E RESILIENZA.

L’atteggiamento mentale che porta al raggiungimento dell’obiettivo prefissato ha spesso questa caratteristica importante: la resilienza. Capacità di resistere a pressioni, difficoltà, stress, sia interne che esterne.

Le neuroscienze collegano la resilienza ad una migliore rete di connessioni neurali collegate alla capacità di gestione delle emozioni (intelligenza emotiva).

Conoscersi meglio per ristrutturare emotivamente le esperienze di stress/sconfitta è la chiave per costruire l’atteggiamento mentale orientato alla crescita e al successo.

La consapevolezza è metà della cura.

CAMBIARE NON E’ FACILE MA POSSIBILE!

Cambiare è la parte più impegnativa da accettare per il nostro cervello. Per farlo ci vuole:

  • desiderio;
  • concentrazione (focus);
  • volontà per creare tutte le nuove azioni(abitudini) necessarie per il cambiamento.

PERCHÉ IMPEGNARSI?

Le domande sono strumenti importanti per conoscersi meglio e generare la potente motivazione intrinseca, utile per affrontare le sfide. Se non si ha un desiderio/obiettivo a cui si attribuisce un beneficio/valore nel realizzarlo, non si potrà creare l’energia (emozione) necessaria per impegnarsi.

QUAL È IL PREZZO DA PAGARE PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO?

Oggi impegnarsi non è solo una questione di soldi. Ci vuole soprattutto il tempo da dedicare al cambiamento, ma attenzione a non usarla come ottima scusa per rimanere nella zona di confort e non cambiare.

QUALI STRATEGIE, PERSONE e CONVINZIONI SONO NECESSARIE?

Ogni obiettivo ha bisogno di strategie e azioni da compiere per essere realizzato. Alcune persone che l’hanno già realizzato possono esserci utili nel dare l’avvio al nostro percorso grazie a suggerimenti/feedback utili.

Se sei arrivato fino a questo punto, credo tu possa avere ora una tua opinione su quale importanza dare al tuo atteggiamento mentale.

Grazie per aver condiviso il tuo tempo leggendo l’articolo.

Ti auguro un mindset dinamico per creare successo nella vita 🙂

A presto.

Dieta chetogenica e chetoni endogeni

dieta chetogenica chetoni esogeni

Che cos’è la dieta chetogenica e come funziona?

Vediamo insieme in cosa consiste la dieta chetogenica, i chetoni endogeni ed esogeni, per scegliere? con qualche idea in più.

Il corpo è un accumulo di cibo

Un uomo di circa 70kg con una percentuale di grasso corporeo intorno al 20%, ha 14kg di grasso che forniscono gli oltre 126.000 Kcal. Le proteine a livello di tessuto muscolare sono circa 6kg. per altre 2400 Kcal, mentre i carboidrati sono depositati in questo modo: 5 g. di glucosio in circolo, 100/120g. nel fegato e 300/400 g. nei muscoli per un totale di 1300/1700 Kcal.

Macronutrienti
depositati nel corpo
q.tàcalorie
Grasso14 kg.+126.000 kcal
Proteine (tessuto muscolare)6 kg.2400 Kcal
Glicogeno (zuccheri)400/520 g.1300/1700 kcal
calorie presenti in un uomo di circa 70kg con il 20% di grasso

I grassi depositati come acidi grassi e trigliceridi nelle cellule adipose (oggi tanto “odiate”) hanno permesso alla specie umana di sopravvivere nelle epoche in cui il cibo non era abbondante come oggi.

dieta chetogenica
Foto di Pexels da Pixabay

Il corpo è geneticamente organizzato nell’accumulare le calorie in eccesso, quando la quantità di glicogeno (zuccheri) è ridotta, il grasso diventa un ottimo carburante da utilizzare per creare energia.

Possiamo vivere per oltre un mese senza cibo attingendo dalle riserve adipose. (+126.000 Kcal.)

La chetogenica conferma la regola che il modo in cui mangiamo determina lo stato metabolico dell’organismo.

  • Se mangiamo molti carboidrati, questo sarà il carburante preferito dal nostro organismo, perché se ne può immagazzinare solo poche centinaia di grammi per volta. (circa 400/500gr.)
  • Se mangiamo molte proteine con l’intenzione di “forzare” un accumulo di massa muscolare, o mantenere muscolo durante la restrizione calorica,andrà a favorire attraverso la gluconeogenesi, l’utilizzo delle proteine per generare glucosio come fonte di energia. A mio avviso, questa, è una pessima soluzione per l’eccesso di scorie che il processo di gluconeogenesi crea.
  • Quando si mangiano molti grassi e si riducono drasticamente i carboidrati al 5% del totale calorico (max 30/50gr), con moderate quantità di proteine(20%), in questo caso si parlerà di dieta chetogenica. Il corpo si adatterà per consumare grassi a scopo energetico.

Il corpo utilizza i grassi, convertendoli in chetoni da bruciare. Mentre molti tessuti e organi possono utilizzare gli acidi grassi e i chetoni, la barriera ematoencefalica (protegge il cervello), permette il passaggio solo ai chetoni e al glucosio.

chetoni endogeni
Photo by Bill Oxford on Unsplash

La transizione alla dieta chetogenica

L’adattamento metabolico verso un utilizzo consistente di acidi grassi e chetoni, avverrà gradatamente in diversi giorni. Questo passaggio può comportare spossatezza, mancanza di energia, lucidità… non è un passaggio molto piacevole.

Una volta ottenuta questa transizione, ecco che l’energia comincerà a sentirsi, si avrà pressochè una fonte illimitata di calorie. Ricordiamoci delle oltre 126.000 kcal depositate in un uomo di 70 kg.

La chetogenica, una “novità” grazie al marketing

Molti sie ne saranno dimenticati o non sanno che la dieta chetogenica non è una novità.

Nel business milionario del dimagrimento, si formano onde che ciclicamente tornano indietro, per trarre a sé altri potenziali clienti. L’interesse si sposta a intervalli regolari su questa o quella dieta con nomi fantasiosi, un nutriente piuttosto che un altro, alimenti che influenzano ormoni e chi più ne ha più ne metta…

La verità è come una torta da cui tutti tagliamo una fetta e vogliamo passarla come se fosse la torta intera. Bisogna unire le fette per scoprire che tutti potenzialmente abbiamo ragione ma ne dimentichiamo alcune verità fondamentali, che se non sono seguite fanno svanire il “miracolo” che si vuole vendere.

Saltuariamente nel mondo nasce l’ennesima società di network marketing per proporre sostanzialmente l’ennesimo integratore magico, studiato dalla Nasa, testato sui tori (più muscolosi, più magri e forti) usato dai più forti e famosi atleti professionisti. E ovviamente se consiglieremo questo integratore ai nostri amici/conoscenti, diventeremo anche ricchissimi.

magro, in forma + ricco = emozioni intense = riduzione del discernimento

=

ACQUISTO

Da dove può arrivare una così “miracolosa” soluzione?

Probabilmente avrai già indovinato: dall’America.

Questo articolo nasce sia dalla mia esperienza teorica che pratica. Più di 15 anni fa ho provato la dieta chetogenica per un periodo di qualche mese e ne apprezzo la validità scientifica.

chetoni endogeni
spaghetti di zucchini e carote con pomodorini e rucola

Come funziona la dieta chetogenica e cosa sono i chetoni?

La chetogenica o Keto è una dieta che prevede un basso contenuto di carboidrati (5%) con un alto quantitativo di grassi (75%), mentre le proteine si mantengono discretamente basse (20%). La logica vuole che riducendo i carboidrati (zuccheri), il metabolismo andrà a specializzarsi nell’usare i grassi a scopo energetico.

Questa è la prima fantastica notizia!!

Le proteine dovranno essere moderatamente basse (20%), per evitare che attraverso il meccanismo della GLUCONEOGENESI, vengano convertite in glucosio (zuccheri). Le proteine vanno tenute basse per evitare di “sacrificare” i muscoli a scopo energetico e soprattutto per non produrre sottoprodotti potenzialmente tossici per l’organismo e la sua salute.

Con queste modifiche alimentari il corpo sarà “costretto” ad usare i grassi. Questa transizione non è un meccanismo immediato e lineare, ci vuole qualche giorno e spesso anche una o due settimane.

Una volta che il corpo si sarà adattato, comincerà a produrre energia dai grassi, trasformandoli in corpi chetonici (chetoni). Questa è l’informazione (verità) più usata per vendere i chetoni esogeni.

Il corpo brucia i grassi, quindi dimagrisce.

La dieta chetogenica nasce nei primi anni ’20 per il trattamento dell’epilessia farmacoresistente, cioè per le persone che nonostante l’uso di farmaci, continuavano ad avere convulsioni, soprattutto per i bambini.

È riscontrato da molti studi che abbia dei benefici anche nell’ambito delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.

Non nasce come dieta per la perdita di peso.

La dieta chetogenica funziona?

Io direi assolutamente si, ma così come tutte le altre diete. Ricordati sempre della torta a fette. Tutte le fette hanno solo una parte di verità.

La dieta chetogenica ha un ruolo centrale nel regolare due importanti ormoni che gestiscono l’energia, sono ormoni prodotti dal pancreas: insulina e glucagone.

L’insulina è un ormone anabolico, prodotto quando c’è un aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Favorisce il deposito del glucosio sotto forma di glicogeno nei muscoli e nel fegato, stimola la sintesi proteica per la ricostruzione muscolare, ma purtroppo quando trova fegato e muscoli saturi di glicogeno, converte il glucosio in trigliceridi e li deposita nelle cellule adipose.

Sai qual’è il risultato?

FA INGRASSARE!

Il glucagone, quando si fa attività fisica, oppure c’è un deficit calorico, o bassi livelli di glicemia nel sangue, ma anche nel digiuno, viene prodotto per smobilizzare l’energia depositata prima come glicogeno e poi come grasso per consentire al corpo di sopravvivere.

Sono ormoni che hanno fortemente contribuito alla sopravvivenza della specie umana, destreggiandosi tra carestie e periodi di abbondanza alimentare.

I livelli di questi due ormoni hanno effetti molto importanti su altri ormoni:

  • Adrenalina e noradrenalina aumentano il rilascio di acidi grassi dal tessuto adiposo.
  • Cortisolo, testosterone e GH (ormone della crescita) favoriscono anch’essi la mobilizzazione delle riserve energetiche.
  • Nel caso il deficit calorico prolungato, anche gli ormoni tiroidei vengono modificati per ridurre il quantitativo di calorie bruciate dal metabolismo, al fine di cercare di preservare il consumo delle proteine (muscoli).
  • La dieta chetogenica modifica i livelli di ormoni come la grelina, amilina e leptina portando uno dei maggiori benefici: la riduzione o la totale scomparsa della sensazione di fame. Una situazione che aiuta a sopportare le restrizioni alimentari.

Sono argomenti piuttosto complessi, per questo è importante farsi consigliare da un esperto.

La dieta chetogenica è per tutti?

La mia opinione è che ogni dieta deve essere valutata per il somatotipo (costituzione) personale, metabolismo, attività fisica, obiettivi… Direi che la chetogenica può andare bene per chi ha una bassa sensibilità insulinica.

Cosa significa?

Per chi metabolizza male i carboidrati, producendo eccessive quantità di insulina e immagazzina grasso velocemente, per non parlare degli effetti negativi a carico della salute. Viene anche definita SINDROME METABOLICA.

Se c’è grasso accumulato, soprattutto sul giro vita, può essere un buon segnale che il corpo metabolizza male i carboidrati, o semplicemente che se ne mangiano troppi per quello che si consuma. Si produce più insulina per immagazzinare l’eccesso delle calorie.

Sono a favore della dieta chetogenica?

Assolutamente sono d’accordo con l’idea che il corpo deve tenere attivo il metabolismo dei grassi e non essere costretto da un eccessivo consumo di carboidrati a produrre più insulina.

Bisogna tenere bassa l’insulina, per rimanere nel peso forma e avere un’ottima salute.

Puoi guardare questi miei precedenti articoli dove parlo bene della chetogenica proposta dal dott. Mercola o di quanto siano salubri i grassi per la salute.

Perché non seguo la chetogenica?

Seguo al 90% scelte vegetariane, non mangio carne da più di 10 anni e cerco di limitare i latticini e il pesce. Nella chetogenica le fonti proteiche animali sono importanti per mettere nel piatto cibo solido e soddisfare il desiderio di riempire piatto e pancia.

Ricordiamoci che oggi non si mangia tanto perché si ha fame, quanto per le associazioni emotive con il cibo.

Non amo mangiare formaggi grassi e quando ho seguito una chetogenica improntata per vegetariani ho iniziato a perdere troppo peso.

Siamo circondati da cibo che contiene carboidrati, e se già ora sono considerato da molti amici come un talebano dell’alimentazione, seguire una chetogenica, diventerebbe per me molto impegnativo da gestire nella vita sociale quotidiana.

Ci sono surrogati di carboidrati fatti con farine di mandorle o cocco, che oltre ad essere costosi, non trovo così attraenti per il mio palato.

La trovo personalmente una dieta impegnativa da seguire nel lungo periodo.

Cosa preferisco rispetto alla dieta chetogenica:

  • ridurre i carboidrati ciclicamente sulla base del movimento fisico che faccio
  • scelgo carboidrati a basso indice glicemico, integrali, legumi…
  • mangio molta verdura cruda
  • faccio brevi digiuni per simulare i periodi di carestia e mettere a riposo l’apparato digerente
  • assumo molti grassi per mantenere efficente metabolismo dei lipidi.

Con queste strategie se una volta ogni tanto esco e mangio una pizza con gli amici, non succede nulla al mio peso.

Quali sono i contro della dieta chetogenica?

Molti per compensare, mangiano quantità eccessive di proteine, che sebbene non facciano ingrassare, ritengo che a lungo termine, consumare troppe proteine porti a problemi di salute.

Molte persone, come per tutte le diete, quando la interrompono tornano alle vecchie abitudini alimentari, cioè quelle che li aveva fatti ingrassare, riprendendo più velocemente i chili persi.

Riprendere più peso di prima è la conseguenza che l’eccessiva rinuncia e controllo alimentare, spesso porta ad esagerazioni fuori controllo.

Quali sono i pro della dieta chetogenica?

È un’ottima e valida stategia per riportare la sensibilità insulinica, normalizzare i livelli di insulina e perdere velocemente i chili accumulati.

Altri pro importanti sono:

  • più energia
  • migliore prestazione fisica
  • maggiore concentrazione mentale
  • umore migliore
  • meno stress
  • meno infiammazione
  • riduzione della glicemia nel sangue
  • calma insulinica
  • attivazione della funzione mitocondriale
  • meno fame

Attenzione: saranno gli stessi benefici che userà chi vuole “venderti” i chetoni esogeni. I venditori si agganciano a delle verità incontrovertibili per affascinare i consumatori.

Cosa sono i chetoni?

I chetoni prodotti dal corpo sono:

  • acido acetacetico prodotto da processi che avvengono nel fegato. Può essere convertito negli altri due composti
  • acetone, può convertirsi in piruvato, lattato o aceto per produrre energia oppure eliminato attraverso le urine o, essendo molto volatile, attraverso il respiro.
  • acido ß-idrossibutirrico è il chetone più abbondante dei tre.

I chetoni sono solubili in acqua e possono produrre energia nella maggior parte dei tessuti. Attraversare la barriera ematoencefalica e dare energia al cervello al posto del glucosio.

Quando la disponibilità del glucosio è ridotta, sono un carburante indispensabile per le cellule del sistema nervoso. In condizioni normali vi è una piccola quantità di corpi chetonici nel sangue di circa 0,1 mmol/dl. Quando la concentrazione sale a 0,2 mmol/dl si parla di chetosi.

Dopo un intenso allenamento, consumato il glicogeno disponibile, i corpi chetonici possono aumentare fino a 1-2 mmol/dl.

Un digiuno o con la dieta chetogenica, il livello di chetoni può arrivare fino a 5-8 mmol/dl. Valori superiori a questi portano a complicazioni serie e pericolose di chetoacidosi.

Solo in poche situazioni particolari, soggetti diabetici o alcolizzati, si possono raggiungere concentrazioni di 25 mmol/dl.

Una complicazione metabolica molto pericolosa.

Una parte dei corpi chetonici prodotti viene eliminata attraverso le urine. Sono generalmente il 10/20% della produzione totale. I valori sono diversi durante tutta la giornata.

Chi segue una dieta chetogenica, usa un test delle urine (ketostix), per valutare se il corpo è entrato in chetosi.

I chetoni esogeni cosa sono?

Esogeno significa consumare un prodotto (ottenuto al di fuori del corpo) mentre endogeno descrive ciò che viene creato direttamente dal proprio corpo al suo interno.

La chetosi descrive i livelli di chetoni nel sangue o nelle urine, generata da chetoni endogeni (prodotti dal fegato) o esogeni (integratori).

Presto in Italia ci sarà il boom di proposte commerciali per assumere integratori di chetoni esogeni. Facciamo le dovute riflessioni quando il prodotto viene veicolato come miracoloso o che permette di mangiare pasta e pizza e allo stesso tempo fa dimagrire.

Chi segue una dieta chetogenica da diverso tempo e ha preparato il corpo a livello metabolico/enzimatico ad utilizzare i chetoni come substrato energetico, può avere benefici dall’uso di integratori di chetoni esogeni, per avere più energia durante l’esercizio fisico intenso.

I chetoni e l’assunzione di grassi, portano ad una diminuzione del senso della fame. Questo sono un buon effetto per chi deve seguire una restrizione calorica.

Quando qualcuno ti vuole vendere i chetoni esogeni come miracolosi, dicendo che ti fanno risparmiare giorni di dieta chetogenica, mandandoti in chetosi in poche ore, DUBITA. È vero che se si fanno gli esami dell’urina risulterà aumentata la quota di chetoni, ma è un falso positivo.

Se assumo un prodotto dall’esterno e non lo utilizzo, lo andrò ad eliminare con urine, feci…

Ciò non significa che siamo in chetosi, non significa neppure che il corpo ha già iniziato a bruciare i grassi trasformandoli in chetoni per produrre energia. Non significa nemmeno che perderemo peso più velocemente.

Acquistare oltre all’integratore di chetoni, l’idea che si può sgarrare quando si vuole (perché tanto si rientra in chetosi in un’ora), o di dimagrire senza impegno, porta ad assumere anche l’atteggiamento del perdente, di chi non vuole impegnarsi.

Non si vince un premio per il più alto numero di chetoni nelle urine, il premio si ottiene seguendo la dieta scrupolosamente, rendendo più sano il proprio stile di vita, con l’obiettivo di essere felicemente e consapevolmente a dieta tutta la vita.

Il cibo vero e la disciplina nel seguire il regime dietetico, favorirà la chetosi naturale e sana.

Il risultato è dato da impegno e costanza.

Credo che la dieta chetogenica dia moltissimi benefici per tante persone e può far star meglio.

Avere chetoni elevati nel sangue, se il corpo non è metabolicamente preparato, può non essere un aspetto positivo per tutti.

Ricordiamoci che gli unici due gruppi che potrebbero avere dei vantaggi dai chetoni esogeni, sono gli atleti di alto livello e chi segue la chetogenica da molto tempo.

Attenzione, quando porteranno l’esempio di atleti professionisti che utilizzano gli integratori, chiediamoci se ci alleniamo 5 o 6 ore come questi atleti, se abbiamo la stessa età, lo stesso atteggiamento mentale… Soprattutto, spesso il marketing paga gli atleti per raccontare che i risultati che hanno avuto, derivano dall’uso dell’integratore.

Se l’integratore promette immediata sensazione di concentrazione e lucidità controlla quanti stimolanti come caffeina o altro sono contenuti in esso.

Mi auguro che il mito della pillola magica che fa il duro lavoro al posto tuo stia vacillando in questo momento, per lasciare spazio all’impegno di cambiare approccio e stile di vita, fatto con sacrificio e soddisfazione, perché IL TUO BENESSERE NON HA PREZZO.

Sacrificio non come qualcosa di doloroso, ma come un cambiare, (abbandonare,sacrificare) una vecchia abitudine che non dava risultati e lasciare posto ad una nuova abitudine per un nuovo stile di vita.

Il marketing non è n’è buono n’è cattivo ma la nostra consapevolezza è importante.

Lasciamo il dubbio al nostro fianco per stimolarci ad approfondire e migliorare le nostre capacità di discernimento. Quando troviamo ciò che non lascia più dubbi, allora è la strada giusta da seguire.

Mi auguro di esserti stato d’aiuto!

Grazie per la tua attenzione,

Ale

Propriocezione e consapevolezza

propriocezione

Cos’è la propriocezione e perché si collega alla consapevolezza? Si può allenare? Come?

La capacità propriocettiva (detta propriocezione) ci permette di percepire il nostro corpo e riconoscere la posizione del corpo nello spazio. Detta anche cinestesia. Chiudi gli occhi e prova a sentire la posizione dei tuoi piedi, quanta distanza c’è tra un piede e l’altro, senti i punti di contatto dei piedi con il pavimento, le spalle come le senti?…

Ti puoi accorgere già con questo semplice esperimento, quanta attenzione richieda affinare queste percezioni. La buona notizia è che si possono allenare e migliorare.

La propriocezione, insieme al sistema visivo e vestibolare, permette di mantenere l’equilibrio

Quando uno di questi tre sistemi viene meno o perde di funzionalità, gli altri due sopperiscono alla carenza.

La capacità propriocettiva si può allenare, perché è il nostro sistema nervoso che la gestisce.

La propriocezione ti permette di mantenere la posizione eretta senza cadere, anche quando ti muovi. È una combinazione di attivazioni muscolari incredibile, un continuo e sinergico collegamento tra sistema nervoso centrale con il sistema nervoso periferico.

Il sistema nervoso può svolgere questa attività grazie a specifici recettori propriocettivi. Sono dei sensori che inviano continuamente impulsi (segnali) attraverso il midollo spinale, in aree del cervello che elaborano le informazioni sulla posizione e sul movimento.

Vediamo insieme i recettori:

  • fuso neuromuscolare: gestisce la variazione di lunghezza del muscolo (quanto si allunga o accorcia). Fondamentale per prevenire infortuni, mantenere il tono muscolare ed eseguire i movimenti in modo fluido;
  • organi tendine del Golgi: rilevano informazioni sulla tensione sviluppata dai muscoli. Se è eccessiva, per impedire che si danneggiano, innesca un riflesso di rilasciamento;
  • recettori articolari e cutanei: importanti nelle sensazioni statiche, informano sul senso di posizione del corpo.

Gestire tutte queste informazioni in modo cosciente, con una richiesta di attenzione, ti assicuro che sarebbe impossibile a causa della mole di informazioni da gestire. Per fortuna questo “lavoro” avviene per la maggior parte del tempo ad un livello subconscio.

È talmente subconscio che la maggior parte della gente dà l’equilibrio e il movimento per scontate e quando le perde, scopre un nuovo mondo.

Ricorda che abbiamo questa fortuna e serve investire un pò di tempo per allenare e mantenere queste connessioni neurali.

Come ci si accorge della propriocezione che diminuisce?

Le cause principali:

  • i traumi, che mettendo in pausa il sistema motorio, questo perde funzionalità;
  • l’ambiente in cui viviamo, con tutti i suoi confort non propone difficoltà del terreno per mantenersi eretti o durante il movimento;
  • inattività fisica;
  • l’invecchiamento del corpo accompagnato da un eccessivo stile di vita sedentario.

Questo spiega perchè gli anziani camminano facendo fatica a mantenersi in equilibrio o guardano in basso per trovare punti di riferimento più stabili al fine di sostenersi in posizione eretta.

Con una diminuzione della capacità propriocettiva, si cade più facilmente.

Allenare la propriocezione rallenta l’invecchiamento e per chi pratica sport c’è una migliore performance fisica..

Un corpo che riesce ad adattarsi continuamente e velocemente ai cambiamenti, intra ed extra corporei, eseguirà un movimento con più facilità e con un dispendio energetico minore rispetto a chi non ha una buona propriocezione.

Per migliorare la capacità propriocettiva, si possono eseguire con progressione esercizi semplici per poi aumentare il grado di difficoltà, creando situazioni di instabilità. L’uso di tavolette propriocettive o chiudere gli occhi, stimola il sistema nervoso a migliorare la capacità propriocettiva.

Lo Yoga, sebbene io lo considero uno stile di vita e non una ginnastica, ha moltissime componenti nelle sue posizioni, soprattutto se praticate ad occhi chiusi, che favoriscono la consapevolezza grazie al miglioramento della propriocezione.

Lo scopo degli esercizi di propriocezione è quello di migliorare la capacità di analizzare i segnali che provengono dagli organi propriocettivi, per diminuire il dispendio energetico e aumentare la stabilità del corpo sia durante esercizi statici che dinamici.

Grazie per la tua attenzione.

Buona consapevolezza.

Muscoli tonico posturali e muscoli fasici

Con questo articolo voglio approfondire le caratteristiche e le differenze tra muscoli tonico posturali e muscoli fasici, per capire meglio insieme, come poterli utilizzare nel miglior modo possibile.

I muscoli e il movimento

Il corpo con i suoi 654 muscoli e 206 ossa è una meravigliosa macchina progettata per muoversi.

Nell’evoluzione del movimento si sono creati muscoli dalle forme, funzioni e composizione molto diverse tra loro.

Abbiamo muscoli lunghi, larghi, brevi, anulari, bicipiti, tricipiti, quadricipiti…con una costituzione in termini di fibre, specifiche per ogni bisogno del corpo.

Vediamo oggi nello specifico la composizione dei tipi di fibre che troviamo nei muscoli.

Questa conoscenza delle fibre ti aiuterà a fare una manutenzione (allenamento) della tua “macchina” (corpo) in modo più consapevole e mirato.

Funzioni presenti nell’apparato locomotore

Nell’apparato locomotore (muscoli) troviamo due grandi funzioni complementari tra loro ma fisiologicamente molto diverse.

Abbiamo la funzione dinamica che ci permette i movimenti e la funzione statica che controlla la posizione eretta in tutte le situazioni.

La funzione dinamica e quella statica non dipendono dalla stessa funzione neuro-muscolare.

Questa è la prima importante considerazione per comprendere che queste funzioni hanno bisogno di due soluzioni di allenamento diverse tra loro.

Ma approfondiremo questo più avanti…

La contrazione delle fibre attraverso il sistema nervoso genera il movimento o la tensione necessaria per la funzione specifica che serve al muscolo.

Le fibre muscolari si contraggono, neurologicamente parlando, grazie a scariche lente o veloci.

Le caratteristiche dei muscoli tonico posturali

Parliamo ora delle fibre classificate come MUSCOLITONICO POSTURALI:

Queste fibre sono attivate da scariche lente e presentano un metabolismo di tipo ossidativo.

Sono di colore rosso (FIBRE ROSSE) per via della densa capillarizzazione e per la presenza di molta mioglobina.

Quando i muscoli tonico-posturali si trovano in uno stato “disfunzionale” sviluppano una condizione di accorciamento e rigidità.

Le altre caratteristiche dei muscoli TONICO POSTURALI sono:

  • Regolano la postura (funzione di sostegno).
  • Sono formati da fibre corte disposte obliquamente.
  • Hanno molto tessuto connettivo (sono più fibrosi).
  • Si affaticano dopo molto tempo.
  • Si contraggono lentamente.
  • Tendono a reagire al carico errato accorciandosi e creando peggioramenti funzionali.
  • Sono localizzati in genere più profondamente e medialmente.
  • Generalmente appartengono al gruppo dei muscoli estensori (antigravitazionali).
  • Sono più forti dei muscoli fasici.
  • Esprimono massima potenza a velocità di contrazione moderata.
  • Difficilmente si indeboliscono.

Caratteristiche dei muscoli fasici

I muscoli di tipo fasico sono fibre muscolari ad attivazione veloce e hanno un metabolismo principalmente glicolitico e sopportano la fatica per brevi periodi di tempo.

Presentano una ridotta capillarizzazione e sono di colore chiaro (FIBRE BIANCHE).

Le caratteristiche dei MUSCOLI FASICI sono invece le seguenti:

  • Hanno la funzione di movimento (dinamici).
  • Contengono più fibre bianche per cui rapide.
  • Hanno meno tessuto connettivo.
  • Si affaticano velocemente.
  • Si contraggono più rapidamente.
  • Sono localizzati più superficialmente e lateralmente.
  • Generalmente appartengono al gruppo dei flessori.
  • Sono più deboli dei muscoli tonici.
  • Esprimono la massima potenza a velocità di contrazione elevata.
  • Hanno bisogno di essere allenati per rimanere forti ed attivi.
  • I muscoli fasici manifestano il loro mal funzionamento indebolendosi.

Dove troviamo le fibre tonico posturali e dove quelle fasiche?

Bisogna chiarire che in ogni muscolo vi è una miscela di entrambi i tipi di fibre, ma in alcuni distretti c’è una predominanza dell’una rispetto all’altra.

MUSCOLI TONICO POSTURALIMUSCOLI FASICI
– Gastrocnemio (polpaccio)
– Ischio crurali (posteriori della coscia)
– Ileo psoas (flessore dell’anca)
– Tensore della fascia lata (lato esterno coscia)
– Adduttori
– Piriforme (gluteo)
– Quadrato dei lombi (muscoli erettori della colonna)
– Pettorale
– Elevatore della scapola
– Trapezio superiore
– Bicipite brachiale
Tibiale anteriore
– Vasto mediale e laterale (coscia)
– Piccolo,medio e grande gluteo
– Perineali
– Erettori della colonna a livello del torace
– Romboidi
– Trapezio inferiore
– Tricipite brachiale

Per i muscoli non elencati nella tabella sopra, la composizione delle fibre rosse e bianche è talmente mista che non si può fare una vera classificazione in tonici o fasici.

Se guardi per un momento la lista dei muscoli tonico-posturali, ti accorgi che sono esattamente quei muscoli nei quali si concentrano la maggior parte dei problemi dell’uomo moderno: senso di irrigidimento, contratture, tensioni e dolori…

Perché secondo te accade questo?

I muscoli tonico posturali sono quel complesso di muscoli che ci tiene eretti, che gestiscono il corpo in equilibrio anche quando lo muoviamo.

Permettono tutti i movimenti che vengono gestiti al di fuori della nostra consapevolezza e volontà.

Questi muscoli lavorano sempre, durante tutta la giornata, eccetto (forse) quando la notte dormiamo e la scarica elettrica del sistema nervoso diminuisce, rilassandone il “tono”.

Quanto lavorano i muscoli tonico posturali?

I muscoli tonico posturali lavorano in tensione (su una giornata di 24 ore con circa 6-8 ore di sonno), per circa 15-16 ore al giorno!

Sono anche quei muscoli che sono più a contatto con la nostra vita emotiva. Se il sistema nervoso risente di tensioni mentali/emotive, andrà ad aumentare il “carico” proprio sui muscoli tonico-posturali, favorendo nel tempo un’accorciamento, con il risultato di dolori articolari, contratture…

Un’altra considerazione da tenere presente, sul nostro fantastico sistema nervoso centrale, è che si crea una “memoria” della tensione nella muscolatura tonico posturale, che se è “disfunzionale”, andrà a creare un adattamento anomalo e quindi successivamente svilupperà uno scompenso muscolare.

Ma non tutto è perduto, perché una volta che si conosce l’origine del problema, si può individuare la soluzione migliore ed efficace.

Come allenare questi muscoli?

Andiamo a vedere come sfruttare la conoscenza dei muscoli tonico posturali e dei muscoli fasici.

Se i muscoli fasici quando vanno in “disfunzione” si indeboliscono, la soluzione sarà quella di allenarli per mantenerli tonici e fornire sostegno ai movimenti quotidiani anche per aiutare a sostenere lo scheletro insieme ai muscoli tonico posturali.

Facciamo un esempio: hai mai notato che con l’età si tende ad ingobbirsi e lasciare “cadere” le spalle in avanti?

Se riguardi la tabella sopra, ti accorgerai che i muscoli erettori della colonna, proprio a livello del torace e della scapole, sono una muscolatura con predominanza di fibre fasiche.

Non venendo allenate, perdono la loro forza, si indeboliscono e non riescono più a tenere le spalle ed il dorso eretti.

Ricordati che la postura influisce moltissimo sulla vita emotiva dell’essere umano.

Sviluppare una posizione con il dorso curvo, le spalle cadenti in avanti e lo sguardo verso il basso, stimola la percezione delle emozioni di tristezza e a lungo andare anche stati depressivi. Leggi questo mio articolo sulle posizioni del potere per approfondire.

muscoli tonici posturali e fasici

Per una buona manutenzione (allenamento), la soluzione è di allenare con carichi pesanti le fibre bianche dei muscoli fasici.

Per i muscoli tonico posturali, invece, una delle migliori soluzioni è quella di grandi dosi di stretching (allungamenti) per un tempo prolungato, associando respirazioni lente e profonde.

Altri consigli per il beneficio dei muscoli posturali…

Anche lo YOGA è una delle migliori soluzioni, perché non influisce solo sul corpo ma anche sulla mente e lo spirito.

muscoli tonici posturali e fasici
Foto di StockSnap da Pixabay

Il sistema nervoso deve essere portato in uno stato di rilassamento per consentire il rilascio delle tensioni memorizzate.

Il tempo prolungato di allungamento serve per riprogrammare nuovi stati di tono ed allungamento.

Fare dopo un’ora di corsa o di pesi, 20″ di stretching per mettersi la coscienza a posto, serve veramente a poco.

Ultime ma non meno valide soluzioni per rimettere in “sesto” i muscoli tonico-posturali, sono dei buoni rilassanti massaggi decontratturanti o altri trattamenti per risolvere problemi posturali. (osteopati, fisioterapisti, posturologi…)

Bene!

Come di consuetudine ti ringrazio per aver letto questo mio articolo.

Mi auguro possa aver dato semplici informazioni per rendere i tuoi movimenti e soprattutto allungamenti, più proficui e consapevoli.

Buon movimento e rilassamento,

Ale

IL MAL DI SCHIENA

mal di schiena

Quello che ho imparato dal mal di schiena

Spesso il dolore o una crisi portano con sé grandi lezioni. Ecco quello che ho imparato quando sono rimasto bloccato per colpa del mal di schiena.

Il 90% della popolazione soffre a causa del mal di schiena

Superati i 40 anni di età, è diffuso provare almeno una volta i sintomi del mal di schiena o aver sentito una persona a te vicina lamentarsi per il dolore alla colonna.

Il mal di schiena può manifestarsi come un dolore improvviso che “blocca” la zona lombare, oppure come un indolenzimento progressivo che rende difficoltosi i movimenti.

Bastano un allungamento troppo intenso, un colpo di freddo, uno sforzo eccessivo, ed ecco che la schiena duole e siamo costretti a ricorrere ad antidolorifici o farci visitare da un ortopedico.

Il dolore alla schiena può essere descritto in diversi modi quando si vuole ipotizzare una diagnosi:

  • Indolenzimento muscolare
  • Dolore lancinante
  • Dolore che si irradia verso una gamba o ad entrambe
  • Dolore che peggiora quando ci si piega o si solleva la schiena
  • Dolore che aumenta in posizione supina
mal di schiena
Foto di 8thBox da Pixabay

Nel mio caso, il primo mal di schiena lancinante è avvenuto dopo che ho seguito intense pratiche di Ashtanga Yoga. Una disciplina Yoga che prevede posizioni dinamiche eseguite con una certa velocità, la quale mi ha portato a fare i movimenti di allungamento in modo intenso ma soprattutto con una postura errata.

Voglio sottolineare, che la pratica di Ashtanga Yoga è favolosa. L’errore è stato tutto mio, perché non ero pronto a seguire la sequenza con la mia struttura muscolare, costruita dai pesi, senza un’adeguata flessibilità e soprattutto senza sapere che la mia schiena già presentava una “sorpresa”.

Il mal di schiena può subentrare a causa di posture scorrette

Ho dovuto cominciare a lavorare sulla postura, andando ad allungare dolcemente e correttamente i muscoli retratti che non mettevano la colonna vertebrale nel giusto allineamento.

Lezione 1: uno specialista può aiutarti a curare correttamente il mal di schiena

SE IL DOLORE È FORTE, UNA DIAGNOSI DA UNO SPECIALISTA È IMPORTANTE.

Il dolore lancinante mi ha portato da diversi specialisti, osteopati, fisioterapisti ed ortopedici che solo dopo aver fatto le lastre e la risonanza magnetica hanno potuto farmi la diagnosi:

Spondilolistesi della L5 su S1.

La mia vertebra lombare, l’ultima (L5) era spostata avanti rispetto alla vertebra sottostante (S1). Ecco svelata la “sorpresa”!

mal di schiena
Foto di eendeckel da Pixabay

Una diagnosi non delle migliori, perché nel peggiore dei casi, la soluzione è un’operazione chirurgica che fissa con delle placche metalliche le vertebre fra loro.

Lo sconforto mi ha portato, come ho scritto prima, a modificare i miei allenamenti per poter risolvere il dolore e fare una buona manutenzione della schiena cercando di posticipare il più possibile l’operazione chirurgica.

Ho intensificato lo stretching per la flessibilità dei muscoli posteriori della coscia, degli adduttori, per sbloccare il bacino nei suoi movimenti e avere meno carico sulla zona lombare.

Posso sostenere per esperienza, che questo metodo è utile alla maggior parte delle persone, a causa della vita sedentaria che non gli permette di mantenere il corpo flessibile e in salute.

I muscoli posteriori della coscia e il bacino, spesso sono rigidi e poco flessibili.

mal di schiena
Foto di Pexels da Pixabay

Vuoi sapere se anche tu hai un problema di retrazione (rigidità) dei muscoli posteriori della coscia?

Fai a gambe tese un piegamento della colonna in avanti andando in direzione della punta dei tuoi piedi. Se li tocchi hai ottime possibilità di avere una schiena ed un bacino con una buona postura e flessibilità: tutta salute per le tue articolazioni.

Lezione 2: Allenare i muscoli di sostegno è importante per evitare il mal di schiena

Ho imparato l’importanza di allenare gli addominali e i paravertebrali.

Avere come alleati dei forti e resistenti muscoli nella zona centrale del corpo è fondamentale.

Immagina il tetto di una casa se non avesse delle solide mura, quanto potrebbe resistere in piedi nel caso di qualche forte perturbazione?

I MUSCOLI STABILIZZANO E ALLEGGERISCONO IL CARICO DAI DISCHI INTERVERTEBRALI.

mal di schiena
climber con TRX

Per chi ha un po’ di peso in più, soprattutto se depositato nella zona dell’addome, dovrebbe pensare che quello, è un carico costante per le vertebre della zona lombare.

RIENTRARE NEL PESO FORMA AIUTA A MANTENERE LA SCHIENA SANA.

Dopo la risonanza ho portato l’attenzione anche a quelli che si chiamano DISCHI INTERVETEBRALI.

Che funzioni hanno i dischi intervertebrali?

  • Sono a diretto contatto con le vertebre e fungono da ammortizzatore idraulico.
  • Ogni disco intervertebrale ha una parte centrale (il nucleo polposo) formata da una sostanza gelatinosa costituita per l’88% da acqua; una parte anulare esterna, l’anello fibroso, costituito da strutture fibro-cartilaginee disposte attorno al nucleo centrale.
  • La funzione del nucleo è quella di ridistribuire le forze di compressione e permettere alle vertebre significativi micro movimenti in ogni direzione, che sommandosi si traducono in quei movimenti di grande ampiezza che caratterizzano la colonna vertebrale.
  • L’anello fibroso ha la funzione di contenere il nucleo, resistere alla tensione e mantenere a stretto contatto le vertebre.

Lezione 3: un corretto movimento riduce i sintomi da mal di schiena

I DISCHI INTERVERTEBRALI HANNO BISOGNO DEL MOVIMENTO PER ESSERE NUTRITI

Il carico sulla colonna vertebrale produce una compressione del nucleo polposo, producendo la fuoriuscita di liquidi e l’espulsione di cataboliti, mentre lo scarico della colonna produce la condizione inversa, consentendo l’ingresso di liquidi nuovi e di sostanze nutritive.

Essendo il nucleo polposo sprovvisto di vasi sanguigni, il nutrimento di quest’ultimo avviene grazie a questa sorta di effetto pompa (di carico e scarico) sulla colonna (vertebre).

Alternare in modo equilibrato fasi di carico e di scarico è il meccanismo per eccellenza per nutrire e mantenere giovani i dischi intervertebrali riducendo la possibilità di contrarre il mal di schiena.

Lezione 4: l’idratazione può prevenire dalla formazione di ernie

Un altro punto importante è dato dalla quantità di liquidi presenti nel nucleo polposo, (l’88% è acqua).

Mantenersi ben idratati è un gesto di sana prevenzione contro il mal di schiena mantenendo i dischi sani.

Quando il carico sulle vertebre e quindi sui dischi intervertebrali è eccessivo o prolungato, può crearsi il deterioramento dell’anello fibroso, che tenderà a rompersi con la fuoriuscita del nucleo polposo (ernia).

La fuoriuscita del materiale nucleare può andare a comprimere le strutture del sistema nervoso causando i sintomi dolorosi.

Lezione 5: spesso non siamo consapevoli dei problemi della nostra schiena

Quando mi diedero l’esito degli esami, tutti gli specialisti mi dissero che praticamente la maggior parte della gente ha delle pessime condizioni dei dischi e della colonna vertebrale, a volte con ernie, ma spesso senza sintomi dolorosi.

Per ricapitolare, ecco cosa mi ha insegnato il mal di schiena:

  • Se il dolore è molto forte e continuo, è importante farsi fare una diagnosi precisa del problema che lo genera.
  • Fare stretching per migliorare la flessibilità ed ottenere una postura migliore, è fondamentale per evitare eccessivi e scorretti sovraccarichi sulla colonna vertebrale.
  • La flessibilità del bacino è un fattore a cui rivolgere l’attenzione.
  • Rinforzare i muscoli di sostegno della schiena, come i glutei, gli addominali ed i muscoli Paravertebrali è molto importante.
  • Idratarsi correttamente per mantenere i dischi intervertebrali ben nutriti è fondamentale per ridurre la possibilità che si formino delle ernie.
  • Fare attività di carico e farla seguire da fasi di scarico, nutre e rigenera i nuclei polposi dei dischi e mantiene la tua schiena in salute.

Io ho superato il dolore grazie a queste lezioni che ho imparato direttamente dal dolore.

Il mal di schiena mi ha portato a migliorare la situazione perché ho cambiato diverse abitudini che non erano le migliori per la mia colonna vertebrale.

Mi auguro che queste lezioni che ho appreso possano essere utili anche a te, utilizzando il dolore come maestro ed evitandolo allo stesso tempo.

Grazie per la tua attenzione.

A presto,

Ale

ISOMETRIA: FORZA E SALUTE

isometria

Il corpo è progettato per muoversi. Le contrazioni muscolari realizzano questo scopo naturale e l’isometria aiuta a migliorare il tono, la forza, la salute fisica, compresa quella mentale ed emotiva.

Cos’è l’isometria?

L’isometria si ottiene quando il muscolo si contrae senza uno spostamento fisico del corpo. Il temine “isometrico” è composto dalle parole greche “Isos” (uguale) e “metria” (misura).

Il muscolo si tende ma la sua lunghezza e l’angolo articolare in cui è inserito non cambiano, nonostante la FORZA di tensione possa cambiare notevolmente.

Le tre differenti contrazioni isometriche

  • contrazione isometrica di cedimento:

Le articolazioni e i muscoli si oppongono ad una resistenza e vengono mantenuti volontariamente in tensione ed immobili per un certo periodo di tempo.

Quella di cedimento è la contrazione isometrica più applicata nel condizionamento fisico perché si ha la possibilità di valutare ed utilizzare diversi parametri come il carico sostenuto ed il tempo di mantenimento della contrazione.

  • contrazione isometrica di superamento:

Questo tipo di contrazione si attiva contraendo la muscolatura molto intensamente con l’intenzione di superare la resistenza applicata ad un oggetto immobile o un peso elevato, impossibile da spostare. Si applica il massimo della forza possibile.

Isometria
  • contrazione isometrica di volontà:

In questo caso non c’è alcun tipo di resistenza fisica: si ottiene con l’intenzione mentale di contrarre il muscolo, senza generare alcun movimento articolare.

La contrazione isometrica di volontà si utilizza prevalentemente per migliorare la consapevolezza corporea e psicologica imparando la differenza tra tensione e rilassamento.

Isometria e i suoi benefici

Gli esercizi isometrici possono essere svolti a corpo libero senza l’ausilio di particolari attrezzature. Il corpo stesso è il miglior carico da utilizzare per favorire il lavoro.

Migliorano la forza perché aumentano la capacità di reclutare un maggior numero di fibre muscolari.

Le cartilagini si usurano e le articolazioni ci inviano segnali di dolore quando per troppo tempo “subiscono” eccessivi carichi.

Se non sei un atleta e hai superato i 35 anni di età (oggi purtroppo anche prima), il carico da parte delle articolazioni viene “subito” da:

  • Perdita di muscoli (meno forza) a causa di uno stile di vita sedentario
  • Postura scorretta
  • Tensioni muscolari causate da squilibri del sistema nervoso (stress).

L’isometria non stressa l’articolazione perché il corpo rimane immobile.

Alcuni studi rilevano che l’isometria ha un effetto analgesico nei confronti del dolore

Atleti che praticano l’isometria percepiscono una diminuzione del dolore quando soffrono di tendiniti.

Chi è reduce da un problema articolare spesso si ritrova ad usare protocolli di esercizi isometrici nella fase iniziale della riabilitazione.

L’ISOMETRIA può aiutare nella gestione dello stress

L’isometria a cedimento e di volontà vengono usate come strategie per tenere a bada la pressione sanguigna, perché migliorano attraverso l’esercizio di contrazione (tensione) e recupero (rilassamento) il riequilibrio del Sistema Nervoso Centrale.

Un esempio è dato dalla tecnica di Rilassamento Progressivo di Jacobson che utilizza le contrazioni isometriche volontarie in ogni singola parte corporea con l’obiettivo di educare la mente nel distinguere la tensione dal rilassamento.

Nel tempo e con la pratica il sistema nervoso autonomo si riequilibra, la mente impara a gestire le fasi di attivazione(stress) e di rilassamento (recupero).

Questo non toglie che anche durante la pratica per tonificare il corpo tu non possa ricevere i benefici del rilassamento sopra descritti.

Un discorso a parte meritano le contrazioni a superamento, perché sono per persone più allenate (atleti), data la massima contrazione (sforzo richiesto). Questo può innalzare la pressione e richiede maggiore attenzione rispetto alle altre due tipologie di contrazioni.

Per chi vuole incrementare l’impegno del reclutamento muscolare può utilizzare l’isometria in affiancamento ad altri metodi di allenamento..

Esempi di movimenti isometrici

Vediamo diversi esercizi isometrici che puoi fare a casa utilizzando il corpo, una parete ed il pavimento.

Pronto?

  • Per ogni esercizio isometrico consiglio di utilizzare un tempo di lavoro variabile dai 20″ ad oltre il 1′.
  • Ripetere l’esercizio dalle 2 alle oltre 5 serie (volte)
  • Tempo di recupero tra una serie isometrica e la successiva da 30″ a 1
  • Respiri profondi e consapevoli
  • Mantieni la concentrazione ripartita tra la tensione muscolare ed il respiro

ISOMETRIA AL MURO

Wall sit

isometria

Seduto contro la parete, scapole vicine tra loro per mantenere le spalle aperte, tieni le ginocchia piegate a 90° per mettere in contrazione le cosce e glutei.


ISOMETRIA IN PIEDI
Affondi isometrici

isometria

L’affondo in isometria richiede un maggior impegno rispetto al Wall Sit, perché porta il carico su una coscia e necessita di un notevole equilibrio che attiva i muscoli stabilizzatori (posturali) di addominali e schiena.


ISOMETRIA SUPINI
Ponte isometrico

isometria
isometria

Il Ponte, e la sua variante più impegnativa, rinforzano glutei e bicipiti femorali, le scapole appoggiate al pavimento si avvicinano tra loro per favorire la corretta postura delle spalle e della cervicale.

ISOMETRIA PRONA
Plank isometrico

isometria
isometria

Il Plank è uno dei miei esercizi prediletti per il rinforzo degli addominali, con la variante più impegnativa quando si fa con una gamba sollevata a pochi cm dal pavimento.

Push up isometrico

isometria
isometria

Il push up in isometria rinforza le spalle, tricipiti e soprattutto i pettorali. Non sono esclusi gli addominali perché stabilizzano sempre il corpo per rimanere sollevati dal pavimento.

SUPER ISOMETRIA

isometria

L’ultimo esercizio che ti propongo è chiamato Superman, rinforza, con l’estensione dorsale, la schiena comprendendo zona lombare e glutei se si sollevano le gambe dal pavimento. Qui fai particolare attenzione nel mantenere i glutei contratti per proteggere la bassa schiena.

Concludi la pratica con delle posizioni di stretching per favorire il rilassamento, una migliore postura ed eliminare le tensioni che causano dolori articolari.

Conclusioni riguardo l’isometria:

  • La contrazione isometrica si ottiene con la tensione dei muscoli senza creare movimento
  • Aumenta la forza muscolare
  • Aiuta a togliere eventuali dolori articolari
  • Migliora concentrazione e forza di volontà
  • Migliora l’equilibrio del sistema nervoso, favorendo il recupero
  • Si può praticare ovunque, serve semplicemente il corpo, una parete e il pavimento

Mi auguro che questo articolo possa aver contribuito a migliorare le conoscenze di come funziona il tuo meraviglioso corpo per cominciare o continuare una sana “manutenzione”.

Perchè prevenire è meglio che curare.

Grazie per la lettura!

Ale

CHI TE LO FA FARE?

I Bisogni ci guidano e determinano il nostro benessere

Molto spesso le neuroscienze sostengono che per oltre il 90% delle volte, facciamo scelte e azioni senza essere consci (consapevoli) del motivo per cui agiamo.

Ci sarebbe molto da scrivere su questo argomento riguardo:

  • Le credenze inconsce che abbiamo
  • I condizionamenti ipnotici che subiamo dai media
  • Le persone che frequentiamo

E tanto altro ancora…

In questo articolo voglio concentrare l’attenzione sulla TEORIA dei BISOGNI del dottor Maslow e spero che questa possa portare molta più consapevolezza sul motivo per cui l’essere umano agisce.

La piramide dei bisogni di Maslow

Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti su una piramide, dove alla base troviamo i bisogni più elementari, che una volta soddisfatti permettono di far emergere nuovi bisogni di ordine superiore.

Maslow fece un vero e proprio studio sulla motivazione umana.

Fu probabilmente il primo psicologo ad interessarsi della crescita psicologica dell’individuo attraverso i bisogni, le motivazioni e il loro soddisfacimento.

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Cos’è un bisogno e perché si genera la motivazione?

Un bisogno è la percezione di uno squilibrio tra la situazione attuale e una situazione desiderata.

Il bisogno è quindi uno stato di insoddisfazione che spinge l’uomo a procurarsi i mezzi necessari (i beni) per porvi fine o limitarlo.

La motivazione si attiva ogni volta che l’individuo avverte un bisogno.
La parola stessa è costituita da “motivo” e “azione”.

INSODDISFAZIONE = BISOGNO > MOTIVAZIONE > AZIONE > RISULTATO

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Foto di PDPics da Pixabay

Tendenzialmente la soddisfazione dei bisogni secondo una linea gerarchica è corretta, perché se non si ha l’aria da respirare per consentire al corpo di vivere, non credo si penserà al piatto di riso da mangiare la sera, e così via.

Facciamo un breve riassunto della piramide dei bisogni:

  1. BISOGNI FISIOLOGICI: sono i primi a dover essere soddisfatti e al cospetto dei quali tutti gli altri perdono di significato. Esempi sono l’aria, l’acqua, il cibo…
  2. BISOGNI di SICUREZZA: una casa, un lavoro, una comunità/famiglia…
  3. BISOGNI di APPARTENENZA: fanno parte di quella categoria meno “visibile” perché sono legati alle emozioni di cui l’essere umano ha bisogno per il suo benessere psicologico. Tra queste troviamo l’affetto e l’amore.
  4. BISOGNI di STIMA nei confronti della comunità a cui si sente di appartenere e soprattutto nei confronti di se stessi. L’autostima conferisce sentimenti di fiducia, valore, forza, capacità e di adeguatezza.
  5. BISOGNO di AUTO-REALIZZAZIONE: Si fa sentire dopo il raggiungimento dell’autostima da parte dell’individuo che ha percorso la piramide dal basso verso l’alto. In questa fase sicuramente emergono bisogni di creatività, compassione, spiritualità…

In questa continua ricerca nel soddifare i propri bisogni, l’essere umano non solo si appaga di beni materiali ma si ritrova a sentire il bisogno di emozioni, competenze e valori.

Sento il bisogno di crearti un po’ di confusione…

Con le prossime righe, infatti, vorrei portarti un po’ di sana “confusione” per approfondire la parte introspettiva necessaria, per rispondere al meglio alla domanda che ti ho posto nel titolo dell’articolo.

Te la ricordi?
La domanda era: Chi te lo fa fare?

La nostra odierna ricca e consumistica società, dove fortunatamente siamo nati, non segue in realtà questa logica di soddisfacimento dei bisogni proposta da Maslow.

Veniamo spesso manipolati e suggestionati nel pensare che alcuni valori siano più importanti di altri nella scala, attraverso l’introduzione di messaggi subliminali di insoddisfazione e frustrazione.

Foto di 272447 da Pixabay

Un messaggio pubblicitario spesso veicola emotivamente la seguente suggestione : “Se non hai questo (prodotto) non appartieni a questa (categoria) di persone”.

Risulta facile, così, creare confusione in un mondo “sottile” come quello delle emozioni.

Ecco che molte persone fanno salti mortali, finanziamenti, indebitamenti per comprarsi i vestiti, gli accessori, la casa, le automobili… pur di soddisfare il bisogno di appartenenza (sentirsi amati) o il bisogno di stima (autostima) che gli è stato suggestionato dalla società.

Per essere equi, coinvolgo anche il settore della crescita personale e spirituale, ai quali sono molto appassionato, ed investo molte risorse economiche e tempo.

In questo “settore” quante sono le persone attratte dal bisogno di appartenenza, sentirsi accettati e amati o di autostima? Io stesso mi pongo spesso questa domanda.

Tutti dovremmo (per il nostro benessere) essere onesti con noi stessi riguardo la motivazione profonda che ci muove verso il bisogno che sentiamo necessario realizzare.

CONSAPEVOLE MOTIVAZIONE = PROFONDA SODDISFAZIONE

Visto che sei in un Blog di consigli per migliorare il la tua forma fisica, prendiamo in esame questo argomento per fare qualche esempio.

La forma fisica è entrata in modo prorompente in questo mercato emotivo e ci sono aziende che guadagnano milioni di euro nel vendere prodotti dimagranti, diete, percorsi fitness, ecc…

bisogni
Foto di Pexels da Pixabay

Veniamo costantemente ed inconsciamente portati a paragonarci con modelli/e spesso irraggiungibili, trasformandoci nei peggiori giudici di noi stessi, abbassando il nostro livello di autostima, generando stress e insoddisfazione, creando quindi nuovi bisogni (e così il mercato cresce).

Perché se non siamo belli come i modelli proposti, non ci sentiremo amati o sicuri. (Bisogno di Appartenenza o Sicurezza)

Come la vedi?

Esiste una soluzione ai bisogni che ci vengono indotti dalla società?

La soluzione, come in molti se non tutti i problemi, è la consapevolezza. Imparare a Conoscere come reagiamo emotivamente è fondamentale.
Non ci resta dunque che trovare ed usare i “motivi” migliori per noi stessi.

Quando l’insoddisfazione per la propria forma fisica insorge, chiediti il perché e prova a capire dai tuoi pensieri/emozioni se è per un bisogno di sentirsi accettati, di autostima o per un bisogno positivo riguardante la tua salute o altro.

Molti obiettano che se non ci si sente insoddisfatti, non c’è l’ambizione nel realizzarsi con successo.

CONCORDO!

Ci vuole una SANA insoddisfazione, ma quando questa è eccessivamente critica nei propri confronti con costanti paragoni ed affermazioni critiche contro se stessi, è la via per l’insuccesso assicurato.

È importante migliorare se stessi e i propri bisogni

Le sfide per l’essere umano sono il pepe che rende più saporita la vita.

Migliora te stesso con obiettività ed amorevolezza nei tuoi confronti, per salire le più alte vette della piramide evolutiva del Sé.

Mi auguro davvero che questo articolo ti abbia trasmesso una sana confusione e nuovi spunti per rispondere al meglio alla domanda iniziale: “Chi me lo fa fare?”.

Al prossimo articolo e buona realizzazione del tuo Sé più alto!

Ale

BENEFICI DEI GRASSI

Per decenni i grassi sono stati giudicati come i responsabili dell’obesità

A causa del loro potere energetico i grassi sono sempre stati demonizzati e associati all’obesità.

In realtà quando la popolazione si è indirizzata verso cibi poveri di grassi e ricchi di carboidrati, soprattutto raffinati, l’obesità ha raggiunto proporzioni impensabili.

grassi

Oggi la comunità scientifica inizia a comprendere che il vero responsabile dell’obesità e di tutte le malattie collegate ad essa, non sono i grassi ma non è nient’altro che un eccesso di carboidrati (zuccheri), che provoca un’impennata dell’insulina.

AUMENTO di PESO = eccesso di calorie e zuccheri che stimolano esageratamente l’insulina

L’aumento del colesterolo non è causato dai grassi

L’aumento dei trigliceridi nel sangue è indice di un futuro problema cardiaco. Questi grassi però non provengono direttamente dagli alimenti ma sono prodotti nel fegato dagli zuccheri in eccesso.

La presenza di questa particolare tipologia di grassi è causata da un eccessivo abuso dei carboidrati; in particolare: lo zucchero raffinato e la farina bianca (pasta, pane, dolci, pizza, snack, biscotti).

Attraverso l’alimentazione il nostro organismo può assorbire al massimo il 15-20% di colesterolo esogeno, mentre il restante 80-85% che si definisce endogeno viene prodotto dal fegato a partendo dagli zuccheri.

Questo significa che anche l’aumento del colesterolo non è favorito dai cibi grassi ma da una dieta ricca di carboidrati.

GRASSI nel SANGUE = eccesso calorie e zuccheri convertiti in trigliceridi

Tuttavia è bene ricordare che il colesterolo possiede anche una serie di funzioni fondamentali e primarie per il benessere dell’organismo:

  • Stabilizza la membrana cellulare
  • È coinvolto nella crescita e nella divisione cellulare
  • È essenziale per lo sviluppo embrionale
  • È alla base della sintesi di ormoni steroidei, è precursore della Vitamina-ormone D
  • Emulsiona i grassi alimentari per renderli assorbibili dall’intestino tenue
  • Non fa entrare virus e batteri all’interno della cellula.

I grassi sono suddivisi in tre grandi categorie:

  • acidi grassi polinsaturi contengono svariati doppi legami di carbonio
  • acidi grassi monoinsaturi hanno un solo doppio legame
  • acidi grassi saturi non ne hanno affatto

Anche se i cibi non contengono un solo tipo di grasso ma una certa percentuale per ognuno, tendono comunque ad averne uno in quantità maggiore.

  • I grassi saturi sono principalmente presenti nella carne, uova, latticini, olio di cocco e burro ghee
  • I grassi monoinsaturi li troviamo maggiormente nell’olio d’oliva, mandorle, nocciole, arachidi, pistacchi, avocado ecc…
  • I grassi polinsaturi in olio di semi, pesci grassi (salmone, sgombro, sardine…), noci, semi di lino e canapa.

La ricerca oggi suggerisce che mangiare grassi saturi sani favorisca la perdita di peso perché rallenta l’assorbimento del cibo, abbassa l’indice glicemico e ritarda il senso di fame.

Consigli su come utilizzare correttamente i grassi nell’alimentazione

grassi
Photo by Margarita Zueva on Unsplash

Consumare in modo bilanciato e sano i grassi: La frutta secca deve essere attivata prima di essere consumata, cioè messa in ammollo per qualche ora per rilasciare gli antinutrienti che non ci permetterebbero di assimilarla al meglio.

I GRASSI VANNO MANGIATI CRUDI per non cambiarne la struttura chimica. Gli oli cotti producono sostanze cancerogene come l’acrilamide.

Il tuorlo d’uovo è ricco di grassi e non va cotto altrimenti diventa pesante da digerire.

Evita il consumo di margarine e grassi vegetali idrogenati perché provocano resistenza insulinica e pressione alta, innalzando i valori di colesterolo, aumentando il rischio di infarti, di tumore e di altre malattie degenerative.

Perché i grassi omega 3 sono tanto pubblicizzati?

Questi grassi sono definiti essenziali perché il corpo non è in grado di produrli da solo ma li deve assimilare attraverso il cibo.

Il loro equilibrio nella dieta è importante.

Il rapporto dovrebbe essere tra 1:2 e 1:4, cioè un omega 3 bilanciato da due omega 6, ma oggi nei paesi industrializzati vi è un netto ribaltamento delle proporzioni, con un marcato squilibrio a favore degli omega 6.

In poche parole assumiamo troppi oli di semi, molto utilizzati dall’industria alimentare e nei prodotti confezionati (pizza, merendine, biscotti).

Questo accade perché hanno una durata maggiore e un punto di fumo più alto, quindi oltre ad essere più economici e mantenere i prodotti più soffici ne allungano la scadenza.

Questo sbilanciamento provoca importanti ricadute sul nostro sistema immunitario e sulle risposte infiammatorie ed emotive.

Gli omega 3 favoriscono i processi anti-infiammatori, mentre gli omega 6 la segnalazione pro-infiammatoria.

Ma come si possono assimilare gli Omega 3?

grassi

Oltre che attraverso gli integratori, gli omega 3 si possono assimilare anche mangiando:

  • pesce
  • olio di semi di lino o semi di lino macinati freschi
  • semi di chia
  • noci e mandorle
  • vegetali a foglia verde
  • fagioli
  • piselli
  • lenticchie
  • ceci
  • soia
  • alghe

Perché l’olio di cocco può far bene?

grasso
Foto di DanaTentis da Pixabay

Questo grasso di origine vegetale ottenuto dalla polpa bianca della noce di cocco ha molteplici proprietà:

  • Brucia i grassi
  • Ottimizza le performance cognitive
  • Favorisce l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo riducendo la formazione della placca, sbiancando i denti e curando la gengivite
  • È un ottimo antinfiammatorio
  • È un antiulcera naturale
  • È un anti-fungino, antibatterico e antivirale
  • Migliora il rapporto del colesterolo HDL/LDL
  • Fvorisce l’assorbimento delle vitamine A,D,E e K
  • Mantiene bilanciata la microflora batterica della mucosa intestinale migliorando il rapporto dei livelli del colesterolo e la pressione sanguigna
  • Previene danni alle arterie e al cuore

Perché il burro ghee può far bene?

grassi
Photo by Megumi Nachev on Unsplash
  • Il ghee è un burro chiarificato prodotto a partire dal comune burro non salato ricco in
    grassi saturi.
    Molti sono a catena corta, che normalmente il corpo utilizza velocemente per scopi energetici e quindi non immagazzina. La restante parte è costituita da grassi monoinsaturi (27%) e grassi polinsaturi (4-5%).
  • Il grado di assorbimento a livello intestinale è circa il 96%, decisamente superiore al normale burro e a tutti gli altri grassi e oli;
  • ha importanti proprietà antimicrobiche intestinali;
  • è in grado di impedire la trasformazione cancerogena delle cellule del colon e contiene preziosissime vitamine liposolubili (A,D,K,E);
  • rafforza il cervello e il sistema nervoso.

Il ghee viene usato da millenni a scopo terapeutico nell’antica medicina ayurvedica ed è un ottimo grasso per cucinare perché resiste bene alle alte temperature.

Con questo articolo, hai imparato a non demonizzare i grassi, soprattutto se assunti nella modalità migliore.

Presta attenzione al totale di calorie assunte e alla qualità dei carboidrati/zuccheri nella tua dieta, per una saluta eccellente ed un peso forma corretto.

Ti ringrazio di aver letto fino a qui e spero che il contenuto di questo articolo possa aiutarti a migliorare la tua alimentazione quotidiana.

Un saluto,

Ale

CIBO CRUDO, VIVO e PIÙ SANO

I motivi per cui mangiare frutta e verdura cruda è salutare per il nostro organismo

Correlazione tra cibo crudo e ph del corpo


L’equilibrio del ph corporeo è la chiave per vivere una vita sana e piena di energia. La sua scala va da 0 (estremamente acido) a 14 (estremamente alcalino), col punto neutro a 7.

Il sangue ha un ph che oscilla da 7,30 a 7,45 e se esce da questi valori il rischio è quello di andare incontro alla morte.

Cibo crudo

Il corpo ha un meccanismo chiamato “sistema tampone” per regolare l’equilibrio degli acidi e delle basi (sostanze alcaline) contenuti nel sangue. Quando quest’ultimo si sbilancia il sistema tampone riporta tutto in equilibrio.

Cosa accade quando il ph del corpo è in squilibrio?

Se il livello del ph nel corpo non è in uno stato di equilibrio, è impossibile assimilare efficacemente le vitamine, i minerali o altre sostanze supplementari e se esiste un problema di salute molto spesso è a causa di troppa acidità.

Le cause di squilibrio del ph del corpo

I fattori che determinano un aumento dell’acidità sono molti: assunzione di alcol, aceto, caffè, zucchero, sigarette, eccesso di proteine animali, oli cotti, cibi raffinati, mancanza di riposo e di esercizio fisico, respirazione superficiale, sostanze chimiche, farmaci, inquinamento, collera, preoccupazione, paura, stress e altri stati emotivi.

Il corpo vuole vivere

Quando non si riesce a mantenere tale equilibrio, il corpo utilizza un altro abile stratagemma per sopravvivere: convertire gli acidi liquidi in solidi (colesterolo o acidi grassi), perchè se questi acidi non sono sciolti nel sangue, il ph del sangue non si abbassa.

Perchè l’uomo dovrebbe assumere più frutta e verdura?

L’uomo onnivoro si differenzia notevolmente dagli animali carnivori. Il sangue dei carnivori è acido mentre lo stomaco dell’uomo ha un ambiente digestivo acido ma non super acido. L’uomo ha un intestino dieci volte più lungo dei carnivori, i quali eliminano rapidamente la carne ingerita, mentre nel nostro intestino resta molto più a lungo, formando sostanze tossiche e potenzialmente cancerogene.

Nel fegato non abbiamo l’enzima uricasi presente nei carnivori, il cui compito è quello di scindere l’acido urico prodotto dalla carne, quindi quest’ultimo resta nell’organismo come prodotto di scarto.

L’acidificazione nel sangue scatena una serie di disturbi oggi sempre più frequenti: infiammazioni, invecchiamento fisico, pelle secca, crampi, dolori articolari, mancanza di energia, stanchezza, depressione, confusione mentale, caduta dei capelli, accresciuta sensibilità al dolore, tendenza ad infezioni ricorrenti.

Un ph del corpo acido accellera i sintomi dell’invecchiamento fisico.

cibo crudo

Le scorie acide costringono i reni a un continuo lavoro di eliminazione, e se quest’ultimi sono sovraffaticati e la pelle non è in grado di aiutarli nell’eliminazione delle tossine, queste si accumulano nei tessuti provocando:

  • bruciore allo stomaco
  • calcoli renali
  • calcoli alla cistifellea
  • osteoporosi
  • cellulite
  • invecchiamento della pelle
  • squilibri ormonali
  • dermatiti
  • vitiligine
  • stanchezza cronica
  • alitosi
  • radicali liberi.

La frutta e la verdura cruda sono una soluzione

Il Dott. Paul Kouchakoff, alla prima Conferenza Mondiale di Microbiologia di Parigi nel 1930 ha dimostrato come, in 3 differenti gruppi di persone (vegan crudiste, latte-ovo-vegetariane e carnivore) la presenza di leucociti prima di pranzo fosse la stessa (circa 6000 unità per mmc di sangue).

Dopo pranzo nei vegetariani si verificò un raddoppio dei leucociti a circa 12000 ed oltre, nei carnivori una triplicazione a 18000 ed oltre mentre nei vegan crudisti nessuna variazione. Questo rappresenta una chiara dimostrazione che il sistema immunitario vede nel cibo non crudo, un estraneo da cui difendersi.

Per ovviare al problema, siccome gli acidi vanno eliminati con sistemi tampone e minerali alcalini quali magnesio, calcio e potassio, è sufficiente assumere alimenti ricchi di questi elementi come frutta e verdura, da consumare abbondantemente, evitando la cottura in modo da mantenere inalterate le quantità di vitamine, minerali ed enzimi che altrimenti con il calore andrebbero perdute.

Iniziare il pranzo con una bella insalata, è consigliabile perché:

  • Si riduce il meccanismo della leucocitosi digestiva, cioè l’aumento dei globuli bianchi.
  • Un piatto di verdura inizia a riempire un po’ lo stomaco e quindi lo stimolo della fame si riduce prima.
  • Le verdure crude vengono digerite più velocemente del cibo cotto e lasciano prima lo stomaco, evitando gonfiori dovuti a fermentazione.
  • Si rispettano le regole dell’alimentazione sequenziale, cioè mettere nello stomaco i cibi a seconda della loro velocità digestiva e questo porta un minor carico di lavoro all’apparato digerente.
  • gli enzimi contenuti nelle verdure migliorano la digestione e la salute in generale;
  • La grande quantità di fibre presente nelle verdure crude, agisce sull’assorbimento degli zuccheri presenti nei cibi cotti, evitando picchi glicemici.
  • Si fa il pieno di quei minerali che aiutano ad eliminare le scorie acide dall’organismo.

Quindi, niente preoccupazioni, è importante seguire i buoni consigli riguardo al mangiare più frutta e verdura per migliorare la tua salute ed incrementare l’energia.

Ecco perchè i dottori lo consigliano ormai da molto tempo.

Spero che quest’articolo ti sia piaciuto!

Alla prossima,

Ale